Il Territorio

La riscoperta di Ponte del Toro

Un'opera il cui destino sembra essere quello di venir dimenticata per poi essere riscoperta. Terni si riappropria ancora una volta del Ponte del Toro, opera romana a lungo abbandonata che si trova ai piedi di Papigno. Un'opera che è stata definita dell'archeologo Carlo Virili (Università La Sapienza di Roma) come l'opera monumentale più imponente del territorio ternano, dopo il Cavo Curiano.
Un’opera che ha una lunghezza di circa venti metri ed è composta da sedici cunei regolari. Un'opera che per lungo tempo si è ritenuta un ponte stradale. Secondo gli ultimi studi, però, tale ipotesi non è corretta, come si può intuire dalla larghezza della struttura che misura poco più di due metri e che è quindi incompatibile con il traffico stradale. Ormai sembrano non esservi più dubbi sul fatto che Ponte del Toro fosse parte di un'opera idraulica, anche se ancora non si hanno certezze su che tipo di opera potesse essere. L'ipotesi più accreditata è quella che servisse a canalizzare le acque per la bonifica della piana reatina, come più a Nord faceva il Cavo Curiano della Cascata delle Marmore.
Il ponte, che si trova sul lato sinistro del Nera, è stato scoperto nel 1819 dall'ingegnere Giuseppe Riccardi sotto le incrostazioni calcaree del Velino mentre cercava l'imbocco per il canale Cervino sul fiume. Allo stesso Riccardi si deve il primo rilievo dell'opera, che fu poi pubblicato nel 1825. Di nuovo dimenticato, Ponte del Toro viene riscoperto da Luigi Lanzi agli inizi del Novecento, il quale effettua un'operazione di pulizia della struttura. Pur restando sempre visibile è stato però trascurato, sino a correre il rischio di crollare.
Ora Ponte del Toro è stato restaurato grazie all’associazione pubblico privata "Archeomarmore” tra Comune di Terni-Icsim-coopsociale Actl e al finanziamento del Gal ternano con i fondi del Piano di sviluppo rurale della Regione Umbria. I restauri, che hanno riguardato anche i resti della presa del canale Cervino il quale è stato dismesso nei primi anni del XX secolo, sono stati anche un'occasione per approfondire gli studi archeologici dell'area. Proprio durante tali lavori Ponte del Toro è stato fatto risalire all'epoca augustea.

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