Arte, cultura e tradizioni

Terni protagonista dell'architettura italiana: il Villaggio Matteotti di De Carlo

Terniracconta la storia di un primato: quello dell’architettura partecipativa, e di un quartiere popolare, il Villaggio Matteotti, che si rivela essere una chicca per esperti, studiosi e appassionati di architettura.

La città, seconda per importanza in Umbria, nasconde delle risorse che ben pochi conoscono e che si aggiungono alle bellezze del paesaggio naturale, come la Cascata delle Marmore, il Lago di Piediluco o le Gole del Nera, che nel tempo hanno avuto maggiore fortuna e hanno emancipato Terni dall’incombente presenza delle acciaierie, non l’unica risorsa del territorio.

Nel panorama di un’Umbria modellata dagli architetti moderni infatti, Terni ha visto il proprio carattere ridisegnato dalle mani sapienti di famosi progettisti, come di scultori e artisti di fama nazionale, vedi Mario Ridolfi, Arnaldo Pomodoro, Giulio Turcato, che hanno colto la vera essenza di questa città: l’unione della propria origine operaia con quanto il territorio ha da offrire in termini di risorse ambientali e umane. È da questo trait d’union che prendono vita tante storie tra cui quella di un episodio importante nelle vicende dell’architettura italiana: l’incontro tra Terni e l’architetto Giancarlo De Carlo.

 

"Approccio partecipativo”: l’architettura che rivoluziona un intero quartiere

Genovese di origine, Giancarlo De Carlo nasce nel 1919 e ben presto, dopo la laurea, si impone come uno dei pensatori più lungimiranti dell'architettura italiana tanto da farsi precursore di caratteri innovativi e originali che convoglieranno nel Movimento Moderno. La generazione di architetti che rappresenta è intenta a rompere gli schemi del passato, proponendo un’urbanistica e un’architettura che si adattino meglio alle condizioni sociali e ambientali locali. Nasce così l’architettura partecipativa. Dove? Proprio a Terni nel 1970, quando De Carlo progetta un quartiere operaio insieme a coloro che sono destinati ad abitarvi. È andata così ed è andata bene, tanto che questo primo esempio ternano si rivela un successo da replicare a Rimini, Venezia e così via.

Come nacque il Quartiere Matteotti

Era il 1969 e Giancarlo De Carlo decise che il progetto del quartiere avrebbe dovuto coinvolgere i futuri utenti, vale a dire gli operai e le loro famiglie: l’intero villaggio operaio di fatto apparteneva alle acciaierie, che necessitavano di ottocento nuovi alloggi per i propri lavoratori. Discussioni, incontri e proiezioni di esempi innovativi di edilizia popolare avvenivano tra gli appartenenti a un’equipe senza precedenti: operai, architetti e sociologi. Nel mezzo De Carlo che, matita alla mano, dava forma a un progetto che avrebbe soddisfatto le necessità degli inquilini: giardini pensili, sistemi pedonali sopraelevati e terrazzamenti ne furono il risultato. Una vera e propria rivoluzione per quel tempo.

 

Come arrivare al Quartiere Matteotti dalla Cascata delle Marmore

In soli 15 minuti, prendendo la Strada Provinciale 209 con direzione Terni, si può giungere al Villaggio Matteotti per osservare da vicino e apprezzare il lavoro di un grande architetto italiano.


Nella foto Villaggio Matteotti

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