Il Territorio

Cascata e dintorni. Non perdete un tramonto senza eguali alla Rocca di Albornoz

Se siete in Umbria e avete giù ammirato la magnifica consistenza della Cascata delle Marmore, non potete perdere l’occasione di conoscere i dintorni di questa magnifica terra che è l’Umbria. Spoleto, alla fine, è a pochi chilometri dalla cascata e nulla vi impedirà di raggiungere la città per ammirare un’altra grande opera architettonica, ormai seconda pelle di questo magnifico paesaggio, la Rocca di Albornoz e poi, ovviamente, l'acquedotto romano.

La Rocca Albornoz e l'acquedotto

La Rocca è sicuramente il monumento più rappresentativo di Spoleto e domina il territorio dall’alto di un rilievo lungo il quale si sviluppa la cittadina. Edificio sorto per motivi di difesa, è stato adibito a carcere fino al 1983. Oggi è forse uno dei simboli più rappresentativi dell’Umbria insieme alla Cascata delle Marmore.

La vista che si può godere dalla Rocca è unica e inimitabile, la stessa che è possibile ammirare dall’imponente Ponte delle Torri, l’acquedotto romano che collega il colle Sant’Elia, su cui sorge la città,alla vicina Monteluco, piccola frazione del comune spoletino. La struttura lascia senza fiato sia che la si ammiri da sotto che passeggiandovi al di sopra; toglie il respiro e fa riflettere sulla grandezza della natura e le capacità umane al servizio dell’ingegneria: 76 metri di altezza per 286 di lunghezza che attraversano un paesaggio portentoso ancora più affascinante una volta che si è giunti al punto dell’acquedotto dove si erige una loggia centrale nella quale è possibile sedersi ed ammirare il panorama. Una terrazza sul mondo davvero unica.

Persino Goethe rimase colpito dalla magnificenza del Ponte delle Torri tanto che, durante il suo viaggio in Italia, scrisse in proposito:

"Sono salito a Spoleto e sono anche stato sull’acquedotto, che nel tempo stesso è ponte fra una montagna e l’altra. Le dieci arcate che sovrastano a tutta la valle, costruite di mattoni, resistono sicure attraverso i secoli, mentre l’acqua scorre perenne da un capo all’altro di Spoleto. È questa la terza opera degli antichi che ho innanzi a me e di cui osservo la stessa impronta, sempre grandiosa.L’arte architettonica degli antichi è veramente una seconda natura, che opera conforme agli usi e agli scopi civiliÈ così che sorge l’anfiteatro, il tempio, l’acquedotto”.

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